domenica 13 agosto 2017

DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA # 41: ALBERTO FORTIS (Alberto Fortis)

ALBERTO FORTIS    Alberto Fortis (1979)







Che esordio! Al giorno d’oggi pochi dischi al debutto riuscirebbero ad avvicinarsi al primo disco dell’ex studente di medicina di Domodossola: per coraggio, testi scomodi, sarcastici e poco accomodanti ma anche ricchi di buone trovate e fantasia, suoni, arrangiamenti e musicisti. Nel suo osare troppo, alla fine il risultato fu pure autolesionistico. Non le mandò a dire, andò subito diritto al punto da emerito sconosciuto, e quel suo viaggio che dalla deludente avventura a Roma (dove cercò vanamente il successo e incontrò tante porte chiuse) lo portò a Milano viene raccontato nelle prime tre imperdibili tracce. ‘A Voi Romani’, sulla scia del migliore Edoardo Bennato, gli creò tanti problemi con la città eterna e i suoi abitanti, i mass media fecero il resto (Pippo Baudo gli disse:"incivile!") senza capire che il bersagli andavano cercati nei piani alti e non dietro l’angolo dei poveretti (“E vi odio a voi romani, io vi odio tutti quanti/distruttori di finanze, nati stanchi/siete un peso alla nazione siete proprio brutta gente”), ‘Milano E Vincenzo’ fu in’invettiva contro il discografico e produttore romano Vincenzo Micocci (e la sua It) reo di aver fatto promesse alettanti e mai mantenute (“Vincenzo io ti sparerò, sei troppo ladro per capire”) e un elogio a Milano e al proprio futuro musicale nella capitale del nord (“Milano fai di me quello che vuoi”), che trova in ‘Il Duomo Di Notte’ la sublimazione, canzone che una giuria internazionale, anni fa, mise tra le cento canzoni più belle della storia del pop/rock, una grande soddisfazione per uno cresciuto a pane, Beatles e Bob Dylan.
Il resto sono altri sei brani senza punti deboli: la malattia trattata in ‘In Soffitta’ e nella sempre straziante ‘La Sedia Di Lilla’ valorizzata dal caratteristico falsetto (“è dedicata a un mio parente, è la mia Purple Rain” disse) e un lato B che raccoglie altre esperienze surreali (‘Nuda E Senza Seno’), personali, paure, speranze e l’inesorabile passaggio del tempo (‘L’Amicizia’, Sono Contento Di Voi’) spesso raccontate con frasi ad effetto e quasi non sense ad un primo ascolto. Aggiungete i musicisti che registrano in studio sotto la regia di Alberto Salerno, Mara Maionchi e Claudio Fabi: l’intera formazione della PFM (Franz Di Ciccio, Patrick Dijav, Francone Mussida, Flavio Premoli) a quei tempi impegnata anche con i concerti di Fabrizio De Andre e il quadro è disegnato. Alberto Fortis versa il caffè, la band è seduta al tavolo, a fine serata rimangono i vuoti (se girate la copertina), qualche avanzo e centomila copie  vendute.


DISCHI DA ISOLA AFFOLLATA #18: BOB DYLAN-Street Legal (1978)

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