martedì 27 giugno 2017

RECENSIONE: STEVE EARLE & The DUKES (So You Wannabe An Outlaw)

STEVE EARLE & THE DUKES  So You Wannabe An Outlaw (Warner Bros, 2017)
 
 
 
 
 
 
Recentemente Billy Joe Shaver e Willie Nelson hanno cantato in coppia una canzone dal titolo 'Hard to Be an Outlaw'. Un piccolo manifesto dedicato a una generazione di ribelli che sta piano piano scomparendo.
Steve Earle è uno dei pochissimi che può prendere in prestito quel “fuori legge” senza sfigurare, anzi, ci è dentro con naturalezza e pochi sforzi. "Questi artisti non facevano quello che dicevano loro le case discografiche"  racconta Earle in una recente intervista. Con certi personaggi ci è cresciuto, fianco a fianco, ha visto nascere dischi importanti degli anni settanta. "Si tratta solo di riconoscere da dove provengo" ha detto. Sono stati i suoi primi maestri, tanto che GUITAR TOWN, il suo primo disco solista batteva già quelle strade. In So You Wanna Be An Outlaw rende loro omaggio, così come nel precedente TERRAPLANE rese omaggio al blues. C'è Willie Nelson che duetta nella title track, c'è il fantasma di Waylon Jennings che si aggira continuamente, c'è una stupenda canzone acustica ‘Goodbye Michelangelo’, dedicata a Guy Clark, che chiude il disco in modo sublime. In mezzo ci sono anche belle chitarre rock ("ci sono cose di rock piuttosto duro, ma credo sia un disco country"), la sua Telecaster '66, ('The Firebreak Line', If Mama Could Seen Me', 'Fixin’To Die'), ariosi percorsi country folk ('News From Colorado'), ci sono strascichi del recente divorzio dalla moglie Allison Moorer, l’ennesimo, ci sono Miranda Lambert e Johnny Bush (Walkin in LA) come ospiti, ci sono i fedeli Dukes ad accompagnarlo. Ci sono strade, luoghi, chilometri, sbarre e sbagli di una vita. Poi alla fine piazza un poker di cover, riprendendo canzoni di Billy Joe Shaver, Willie Nelson, Waylon Jennings, per ribadire il concetto: è dura essere un fuori legge. Non per lui. Naturalmente.
 
 
 

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