mercoledì 1 febbraio 2017

It's Just Another Town Along The Road, tappa 2: LUCA MILANI & THE GLORIOUS HOMELESS (Fireworks For Lonely Hearts)

La seconda puntata di IT'S JUST ANOTHER TOWN ALONG THE ROAD fa tappa a Milano. Di seguito una breve introduzione al disco e le risposte di Luca Milani ad alcune domande orbitanti intorno al pianeta viaggio, di cui il disco è un buon satellite.



LUCA MILANI & THE GLORIOUS HOMELESS-Fireworks For Lonely Hearts (Hellm Records/IRD, 2016)





Il 2016 è stato un anno ricco di meritati riconoscimenti per Luca Milani. In estate, davanti al numeroso pubblico di The White Buffalo, presentò alcuni brani del disco in uscita, il quarto dopo l'EP SCARS AND TATTOO (2009), SIN TRAIN (2011) e LOST FOR ROCK AND ROLL (2011), e subito si era capito d'essere difronte a un album dall'anima rock e notturna, dove fughe, viaggi, eroi, città bagnate dalla pioggia, cuori spezzati e speranza trovavano una via comune nell'urgenza compositiva, anche quando a prendere la scena sono toste ballate come 'Heroes Have Gone'. In conclusione dell'anno (sempre il 2016) c'è stata la quasi unanime consacrazione in quelle classifiche che tutti odiano, tutti fanno, ma che alla fine finiscono per dare indicazioni importanti. Mi aggiungo in colpevole ritardo, FIREWORKS FOR LONELY HEARTS lo merita.
Nove canzoni che confermano quanto il rocker milanese sia ormai un esponente di punta di quella scena italiana con eliche e ali puntate verso il rock a stelle e strisce. E qui dentro il rock potrete trovarlo  in quasi tutte le sue forme anche grazie all'apporto determinante dei GLORIOUS HOMELESS che lo accompagnano: Giacomo Comincini (batteria), Enrico Fossati (basso), Federico Olivares (chitarre), Riccardo Maccabruni (piano, hammonmd).
Dall'amato grunge dei novanta da cui eredita chitarre e cantato ('The Best In Town'), dal punk californiano caro a Mike Ness e imbottito di mitologia rock'n'roll ('Buddy's Plane'), al rock tout court di 'The Road' con il suo riff alla 'All Along The Watchtower' e della più orecchiabile 'Jukebox' che sembra essere la canzone che a Brian Fallon e i suoi  Gaslight Anthem non riesce più da qualche tempo, fino al country rock  di 'Dead Eyes' e  arrivare al folk solitario di 'Every Goodnight Is A Goodbye' rivestito di quel poco che basta (chitarra acustica, pianoforte e armonica) per accompagnarci verso le ore più scure e silenziose. Non manca nulla. FIREWORKS FOR LONELY HEARTS ha il pregevole merito di dare tutto nello spazio di quaranta minuti. La durata giusta dei dischi giusti. Un botto fulmineo che lascia a bocca aperta proprio come ha fatto il malinconico e notturno incedere della title track quando l'ho ascoltata per la prima volta. La mia preferita.



In viaggio con Luca Milani

1) I km nel tuo disco. IL viaggio ha influenzato le tue canzoni?
Alcune canzoni di Fireworks hanno iniziato a prendere forma mentre macinavo km per il tour di "Lost for rock'n'roll". Il viaggio e la strada a volte possono rappresentare un addio, un ritorno, una speranza andando verso una nuova meta o un fallimento tornando verso casa dopo aver perso "una guerra", tutte cose presenti nelle mie canzoni. Senza dimenticare il viaggio più importante, quello attraverso il tempo, le varie stagioni della vita, gli incontri e gli addii, guardando avanti ma restando perennemente perso in qualche lontana notte d'estate dove si era così illusi da poter pensare di poter esistere per sempre, quella canzone nel jukebox non si è mai fermata.
2) Tour. Aspetti positivi e negativi del viaggiare per concerti in Italia. Dove torni spesso e volentieri?
Sicuramente tra gli aspetti positivi c'è il fatto di poter conoscere gente sempre diversa e il fatto di poter suonare e cioè fare la cosa che ti riesce meglio potendo essere te stesso nell'unico posto dove hai veramente senso, il palco. Il lato negativo è il fine serata, quando si spengono le luci e torni ad essere uno "fuori posto" nel mondo. Ci sono alcuni posti dove torno o tornerei volentieri ma spesso quando fissano programmazione del locale non stanno a guardare se tu hai fatto un bel disco ma si basano su quanto sei loro "amico", quanti favori devono restituire, quanto sei "simpatico" ecc.. e io non sono "simpatico" Un posto dove sono quasi di casa è Spaziomusica a Pavia.
3) Radici o vagabondaggio. Cosa ha prevalso nella tua vita?
Entrambe le cose, il mio problema è che sono un vagabondo molto ossessionato dal passato... Non ho ancora trovato l'interruttore del famoso jukebox e la canzone continua a girare.
4) Viaggio nel tempo. Passato: per chi o per quale tour avresti voluto aprire come spalla? Futuro: come ti vedi tra vent’anni?
Avrei voluto suonare con i Nirvana per poter parlare con Kurt Cobain... Ma di base mi sarebbe piaciuto aprire per molti dei gruppi provenienti da Seattle nei primi anni 90. Come mi vedo tra vent'anni? Non ne ho idea, forse cerco di non pensarci... Ecco mi hai fatto salire la depressione.
5) La canzone da viaggio che non manca mai durante i tuoi spostamenti.
"Hunger Strike" (Temple of the dog)





IT'S JUST ANOTHER TOWN ALONG THE ROAD tappa 1: GENERAL STRATOCUSTER AND THE MARSHALS/HERNANDEZ & SAMPEDRO

RECENSIONE: LUCA MILANI-Lost For Rock'n'Roll (2013)

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