lunedì 19 dicembre 2016

REPORT/LIVE: MOLLY HATCHET live @ Circolo Colony, Brescia, 17 Dicembre 2016


Brescia accoglie i Molly Hatchet sotto una fredda coltre di nebbia, così fitta che perfino trovare il Circolo Colony, situato nella periferia industriale, diventa una'ardua impresa. E forse sono proprio la nebbia e il freddo a tenere lontano il grande pubblico dall'unica tappa italiana della storica band di Jacksonville: certamente non quello delle grandi occasioni ma abbastanza rumoroso per accogliere Bobby Ingram e soci nel migliore dei modi. Di una cosa si è comunque sicuri: la nebbia ha influito nell'anticipo degli orari per permettere alla band di guadagnare un po' di tempo per lo spostamento notturno che li porterà verso la prossima tappa fuori dall'Italia, è così che mi perdo il primo gruppo di spalla, gli italiani Electric Swan, mentre del secondo, i Smokey Fingers, riesco a vedere, ma apprezzare, solamente tre pezzi.
I Molley Hatchet mancavano dall'Italia dal 2012, anno in cui aprirono per gli amici e concittadini Lynyrd Skynyrd a Vigevano. La formazione che sale sul palco del Colony è la stessa che ha inciso l'ultimo album in studio JUSTICE (ormai vecchio di sei anni, escludendo il disco di cover Regrinding The Axes del 2012), manca solo la seconda chitarra del più anziano Dave Hlubek, rimasto a casa, l'unico superstite della primissima formazione attiva tra il 1978 e il 1982. Il cantante Phil McCormack, che pur non avendo la presenza di Danny Joe Brown è ormai un veterano della band, entra in scena con un cappello calato in testa, un lungo cappotto scuro da guerra di secessione, t shirt nera del gruppo con la copertina di FLIRTIN' WITH DISASTER (disegnata da Frank Frazetta naturalmente) in bella evidenza e una pancia che esce prepotente da sotto, Bobby Ingram, colui che è rimasto l'unico depositario del nome del gruppo rimane così l'unica chitarra con il più difficile dei compiti da svolgere: fare da ritmica e liberarsi durante  i solo. E qui, apro e chiudo subito la parentesi per quello che rimane l'unico lato negativo della serata: la mancanza di una seconda chitarra si fa sentire, e per un gruppo nato con tre chitarristi diventa un duro boccone da digerire. Un plauso quindi a Ingram che tiene in piedi la baracca, sera dopo sera, con grande mestiere, ma l'introduzione di un sesto elemento gioverebbe a tutti.
Ciò non toglie nulla alla bravura del bassista Tim Lindsey, simpatico ed elegante, sicuramente il più in forma fisicamente insieme al batterista Shawn Beamer, di cui è difficile non notare i lunghi capelli in perenne rotazione durante l'intero concerto, grazie agli sbuffi d'aria artificiale che fuoriescono dalla batteria, e del tastierista John Galvin, il componente con la militanza più lunga nel gruppo, la sua entrata risale al1983. Il concerto non delude le aspettative: i Molly Hatchet hanno sempre caricato di pesantezza hard e heavy il loro southern rock e così fanno stasera, proponendo una sorta di greatest hits dove non mancano le storiche Whiskey Man (che apre le danze con l'armonica suonata da McCormack), Bounty Hunter, Gator Country, Beatin' The Odds e la parentesi dedicata alle due epiche ballad Edge Of Sundown e Fall Of The Peacemakers, unite in un medley. Escludendo una parte centrale del concerto in cui i nostri gigioneggiano un po' troppo per le lunghe con vari assoli (batteria, chitarra e tastiere), piazzati tatticamente per tirare il fiato, il finale con Dreams I'll Never See della Allman Brothers Band e con l'immancabile Flirtin' with Disaster è comunque da ricordare e portarsi a casa durante il tragitto di ritorno, affrontato sotto la stessa nebbia dell'andata. Finito il concerto, la band, confermando simpatia e disponibilità da veri signori del sud, si è presentata al banco merchandise per stringere mani e firmare autografi. Infinito rispetto.

SETLIST: Here I Go Again (Intro)/ Whiskey Man /Bounty Hunter/ Gator Country/One Man's Pleasure/Edge of Sundown / Fall of the Peacemakers/Devil's Canyon/Drum Solo/Beatin' the Odds/The Creeper/Jukin' City/Dreams I'll Never See (The Allman Brothers Band cover)/The Journey/ Flirtin' With Disaster



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