mercoledì 30 dicembre 2015

I MIEI DISCHI 2015


















1-THE SONICS-This Is The Sonics
2-CHRIS STAPLETON-Traveller (Recensione)
3-RYAN BINGHAM-Fear And Saturday Night (Recensione)
4-PETER CASE-HWY 62
5-JOE ELY-Panhandle Rambler (Recensione)
6-RAY WYLLIE HUBBARD-The Ruffian's Misfortune
7-BILL FAY-Who is The Sender
8-WARREN HAYNES-Ashes & Dust
9-BUDDY GUY-Born To Play Guitar (Recensione)
10-KEITH RICHARDS-Crosseyed Heart (Recensione)

11-BOB DYLAN-Shadows In The Night (Recensione)
12-RYAN ADAMS-1989 (Recensione)
13-JESSE MALIN-Outsiders (Recensione)
14-BANDITOS-Banditos (Recensione)
15-GARY CLARK JR.-The Story Of Sonny Boy Slim (Recensione)
16-THE WHITE BUFFALO-Love And The Death Of Damnation (Recensione)
17-GLEN HANSARD-Didn't He Ramble (Recensione)
18-NATHANIEL RATELIFF &THE NIGHT SWEATS
19-MARK LANEGAN-Houston (Recensione)
20-LANCE CANALES-The Blessing And The Curse (Recensione)

SEASICK STEVE-Sonic Soul Surfer (Recensione)
JAMES McMURTRY-Complicated Game
FAITH NO MORE-Sol Invictus
BLACKBERRY SMOKE-Holding All The Roses
THE PROCLAIMERS-Let's Hear It For The Dogs
GRAVEYARD-Innocence & Decadence (Recensione)
JJ GREY & MOFRO-Ol'Glory (Recensione)
MOTORHEAD-Bad Magic
NEIL YOUNG-Bluenote Cafe (Recensione)
CALEXICO-Edge Of The Sun (Recensione)
TOTO-XIV
WILLIAM ELLIOTT WHITMORE-Radium Death (Recensione)
STEVE EARLE & THE DUKES-Terraplane (Recensione)
CLUTCH-Psychic Warfare
WILLIE NELSON & MERLE HAGGARD-Django And Jimmie
LUCERO-All A Man Should Do (Recensione)
DAVE ALVIN And PHIL ALVIN-Lost Time
ARMORED SAINT-Win Hands Down
RICHIE KOTZEN-Cannibals (Recensione)
JACKIE GREENE-Back To Birth (Recensione)
GIANT SAND-Heartbreak Pass (Recensione)
JESSIE MALIN-New York Before War
GRAHAM PARKER AND THE RUMOUR-Mystery Glue
THE WATERBOYS-Modern Blues
THE DECEMBERISTS-What A Terrible World, What A Beautiful World (Recensione)
BENJAMIN CLEMENTINE-At Least For Now
LOS LOBOS-Gates Of Gold
BILLY GIBBONS-Perfectamundo
TOM JONES-Long Lost Suitcase (Recensione)
SOUTHSIDE JOHNNY AND THE ASBURY DUKES-Soultime
THE REVEREND PEYTON'S BIG DAMN BAND-So Delicious!
JASON ISBELL-Something More Than Free (Recensione)
ANDERSON EAST-Delilah
XAVIER RUDD-Nanna
HEYMOONSHAKER-Noir
NEIL YOUNG + PROMISE OF THE REAL-The Monsanto Years (Recensione)
DAVID CORLEY-Available Light
BOCEPHUS KING-The Illusion Of Permanence
DUKE GARWOOD-Heavy Love (Recensione)
HAYSEED DIXIE-Hair Down To My Grass (Recensione)
EUROPE-War Of King
THERAPY?-Disquiet (Recensione)
SLAYER-Rapentless
DAVID GILMOUR-Rattle Tahat Clock
SCORPIONS-Return To Forever
JAMES TAYLOR-Before This World
GUY DAVIS-Kokomo Kidds
IRON MAIDEN-The Book Of Souls
THE TURNPIKE TROUBADOURS
DANZIG-Skeletons (Recensione)
JIMMY LAFAVE-The Night Tribe
ALABAMA SHAKES-Sound & Color
ROD STEWART-Another Country (Recensione)
MARK KNOPFLER-Tracker

I MIEI DISCHI 2010
I MIEI DISCHI 2011
I MIEI DISCHI 2012
I MIEI DISCHI 2013
I MIEI DISCHI 2014
I MIEI DISCHI ITALIANI 2015


giovedì 24 dicembre 2015

I MIEI DISCHI ITALIANI 2015


GANG-Sangue e Cenere
CALIBRO 35-S.P.A.C.E.
FRANK GET-Rough Man
GIUDA-Speaks Evil
CHEAP WINE-Mary And The Fairy
THE UNION FREEGO-In Null Komma Nichts
VAN CLEEF CONTINENTAL-Unda Maris
MIAMI AND THE GROOVERS-The Ghost King
EDOARDO BENNATO-Pronti A Salpare
IL SINDACO-Come I Cani Davanti Al mare
LUCA ROVINI-La barca Degli Stolti
SLICK STEVE AND THE GANGSTERS-On Parade
FRANCO GIORDANI-Incuintretimp
ME PEK E BARBA-Carta Canta
VIA DEL BLUES-Five By Five
CISCO-Matrimoni e Funerali
BACHI DA PIETRA-Necroide
FRANCESCO DE GREGORI-Amore e Furto, De Gregori Canta Dylan

DISCHI ITALIANI 2014
DISCHI ITALIANI 2013
DISCHI ITALIANI 2012
DISCHI ITALIANI 2011
DISCHI ITALIANI 2010


venerdì 18 dicembre 2015

RECENSIONE:DANZIG (Skeletons)

DANZIG  Skeletons  (Evilive Music, 2015)






Il vecchio Danzig (quest'anno sono 60) si pitta come ai tempi dei Misfits, si fa fotografare in copertina rendendo omaggio a PIN UPS di David Bowie (già coverizzato a suo tempo con 'Cat People') e soffia sulla polvere del vecchio giradischi dimenticato in cantina. SKELETONS è l’omaggio alla musica con cui è cresciuto e quella che ha portato avanti e suonato in carriera, dal punk all’heavy blues fino alle derive industrial. Un disco pronto da anni ma che da quell’armadio non voleva uscire, e sembra che ci sia un disco intero con cover di Elvis Presley già pronto da qualche altra parte, si intitolerà semplicemente DANZIG SINGS ELVIS. Dieci cover pescate dai personali ricordi che cercano di ripercorrere le impronte della sua vita da ascoltatore, molto prima che i Misfits prendessero forma. Dagli immancabili omaggi a Elvis Presley, appunto, con ‘Let Yourself Go’e Black Sabbath (‘N.I.B.’), ai più curiosi ripescaggi dalle colonne sonore di due road movie di fine anni sessanta come Devil’s Angels e Satan Sadist. Gli anni sessanta e il garage rock di The Troggs (‘A Girl Like You’), The Rascals (‘Find Somebody’) e The Litter (‘Action Woman’) la fanno da padrone. Meno convenzionali le cover di ZZ Top (Rough Boy), l’unica presa dagli anni ottanta, Aerosmith (‘Lord Of The Thigs’) e il curiosissimo finale affidato agli Everly Brothers  di ‘Crying In The Rain’. La produzione è spesso sporca (volutamente?), a tratti confusa, ma i musicisti che lo accompagnano sono di prim’ordine: dall’ormai fido Tommy Victor (Prong) a Johnny Kelly (Type O Negative). Ci si diverte, ma ovviamente è tutta roba (solo) per fan, come si dice.



martedì 15 dicembre 2015

VOTA IL DISCO DEL 2015

VOTA IL DISCO DEL 2015
 
 

Vuoi stare al gioco da "musicofilo" più abusato, amato e odiato di fine anno? La famigerata classifica dei dischi? Anche quest'anno il mio blog ci riprova, dopo il trionfo di Lucinda Williams dell'anno scorso. E' tutto molto semplice: guarda alla destra dello schermo mentre sei nel mio blog, in qualunque pagina o post, troverai un elenco di dischi (sono stati scelti da me, e rappresentano un campione dei miei ascolti, se proprio non trovi il "tuo disco dell'anno"-ed è molto probabile, lo spazio è quello che è, il tempo meno ancora, i gusti sono molto personali- puoi lasciarlo scritto nei commenti di questo post), spunta il disco (o i dischi, si possono mettere più preferenze) e clicca sul tasto "voto". Fatto? Bene. Ti stanno sul cazzo queste inutili classifiche di fine anno? Bene. Hai tempo fino al 31/12/2015 per cambiare idea. Poi tutto sarà finito, ancora una volta, giuro! Buon voto, buone feste!

CLASSIFICA DEI LETTORI 2014

domenica 13 dicembre 2015

THE FIREPLACES live@I Love Cocaine, Montichiari (BS), 11 Dicembre 2015


Ehi…ma la storia di Caterino la conosci?
No. Chi è? E che nome è Caterino?
Ma sì, lo spettatore che a Padova nel 2013 è salito sul palco con Springsteen. Aveva un cartello con scritto “ suono la washboard”. Springsteen l’ha letto e l’ha fatto salire su. Ha suonato tutta ‘Pay Me My Money Down’ con la E Street Band. L’unico fan di Springsteen al mondo che è riuscito a suonare una canzone intera sopra ad un palco con Bruce.
Non ci credo…...
Ero lì, sono pure riuscito a fare una foto, e poi cerca su Youtube. Ci sono i video. Tanti video.
CATERINO DIVENTA IL NOSTRO piccolo IDOLO della porta accanto.
Luglio 2015, Buscadero Day. C’è anche Caterino con i suoi FIREPLACES (Carlo Marchiori, Marco Quagliato, Oliviero Lucato, Luca Martello, Devis Battisti, Francesco Mattarello, Francesco Morosin). Eleggiamo il concerto dei caminetti il più divertente della giornata. Glielo comunichiamo a fine concerto. Finalmente ci si conosce. Tornato a casa scrivo due righe:

“mi alzo per i Fireplaces di Caterino Washboard Riccardi, uno che ha trasformato i famosi quindici minuti di popolarità (ormai sapete tutti in quale palco è salito munito di washboard, vero?) in una buona opportunità per far girare la sua musica. Il gruppo, che per l'occasione è arricchito dalla chitarra di Anthony Basso (W.i.n.d.), è un ruspante trattore di campagna che ara i campi del rock'n'roll/folk/blues, sì rock'n'roll/folk/blues può andare: chitarre e chitarristi molto seventies, attitudine da bluegrass band di campagna e Caterino che dirige i suoi "caminetti" come un piccolo Boss del Brenta. La dedica del brano ‘Shelter From The Storm’ (anche titolo del loro CD) ai poveri alluvionati vittime del recentissimo uragano che ha colpito il Veneto fa loro onore”.
Dopo il concerto compriamo il CD dei Fireplaces (comprate anche voi il Cd dei Fireplaces!), e scopriamo che i soldi saranno devoluti in beneficenza. Doppio onore.
Ora…tutto il resto non ve lo svelo.

Vi dico solo che a Montichiari sono stati fantastici!




giovedì 10 dicembre 2015

RECENSIONE: ROD STEWART (Another Country)


ROD STEWART Another Country (Capitol Records, 2005)








In alto gli scudi
Ha ancora un senso parlare di un nuovo disco di Rod Stewart in una rivista prettamente rock? Mi prendo le mie responsabilità e rispondo: sì! A patto che non cerchiate le chitarre, quelle le dosa nei live e la recente reunion di settembre con quel che resta dei Faces è li a dimostrarlo. ANOTHER COUNTRY è il fratello del precedente TIME, figli dell’autobiografia uscita nel 2012. Facendo ordine a pensieri e ricordi, è tornata la voglia di musicarne qualcuno (insieme a Kevin Savigar), mettendo la parola fine alla saga GREAT AMERICAN SONGBOOK. Non tutto è perfetto: certi ammiccamenti a MTV sono sempre presenti (Walking In The Sunshine) e l'ingenuità di alcuni testi fa sorridere: l’inno calcistico per gli amati Celtic (We Can Win), la ninnananna dedicata al figlio (Batman Superman Spiderman). Ma quando tira fuori le vecchie origini scottish nei folk cromati pop (Hold The Line, The Drinking Song) e la voce (con falsetto) nel riuscito numero soul Please dimostra che a 70 anni è ancora quell'interprete rock (sì, rock) che abbiamo sempre amato. Enzo Curelli 6  da Classic Rock #37 (Dicembre 2015)

 


RECENSIONE: RYAN BINGHAM-Fear And Saturday Night (2015)
RECENSIONE: THE WHITE BUFFALO-Love And The Death Of Damnation (2015)
RECENSIONE: LANCE CANALES-The Blessing And The Curse (2015)
RECENSIONE: JACKIE GREENE-Back To Birth (2015)
RECENSIONE: LUCERO-All A Man Should Do (2015)
RECENSIONE: KEITH RICHARDS-Crosseyed Heart (2015)
RECENSIONE: GLEN HANSARD-Did'nt He Ramble (2015)
RECENSIONE: JESSE MALIN-Outsiders (2015)
RECENSIONE: TOM JONES-Long Lost Suitcase
RECENSIONE: RYAN ADAMS-1989 (2015)
RECENSIONE: NEIL YOUNG AND THE BLUE NOTE CAFE-Bluenote Cafè (2015)



 

 

mercoledì 2 dicembre 2015

RECENSIONE:GRAVEYARD (Innocence & Decadence)

GRAVEYARD Innocence & Decadence (Nuclear Blast, 2015)





Vecchi si nasce. Vecchi si muore?
C'è un piccolo sticker attaccato alla confezione del Cd che recita: "Classic rock with a modern roll". Potrebbe essere un buono slogan per la rivista che tenete in mano, ma lo è anche per descrivere la musica di questi quattro ragazzi svedesi cresciuti a Göteborg e arrivati al traguardo del quarto disco (il migliore rimane HISINGEN BLUES del 2011, n.1 nelle classifiche in di madrepatria), sfornato a tre anni di distanza dall'egualmente apprezzato LIGHT OUT. C'è anche un altro modo per descrivere il loro stile, ovvero: gli anni d'oro del rock, risuonati con il giusto piglio moderno. La stessa definizione d'altronde andrebbe bene anche per alcune band che con questi svedesi dividono ben più che la stessa etichetta, una Nuclear Blast da sempre paladina del metal estremo, ma che oggi i soldi di chi ancora compra i dischi li sta facendo con Blue Pills, Orchid, Kadavar e The Vintage Caravan. I Graveyard sono hippie fuori tempo, non inventano nulla, aggiungono freschezza, malinconia e onoricità scandinava alle lezioni del caldo vintage rock. Potrete anche divertirvi nello scovare i tanti punti di riferimento: Black Sabbath e Led Zeppelin su tutti, ma anche l'apertura di hard acido alla Uriah Heep di Magneic Shunk o il blues hendrixiano di The Apple & The Tree, e pare quasi tangibile il desiderio di Joakim Nilsson (voce e chitarra) di rompere le barriere del tempo e ritrovarsi in un pub a suonare insieme ai Taste di Rory Gallagher o ai Wishbone Ash (come altro si potrebbe spiegare l'ispirazione che ha dato il via alla scrittura di Exit 97?). Che i continui rimandi al passato possano alla lunga annoiare è il rischio che i quattro sono pronti a correre, perché, dalla loro parte, hanno tutta l'energia e l'amore per quei suoni (Can't Walk Out è un prezioso compendio in questo senso) che sopperisce laddove l'ispirazione non è all'altezza del passato.
Poi però arriva Too Much Is Not Enough, che scomoda Jeff Buckley, e ogni critica viene smontata in un attimo e la macchina del tempo sembra di nuovo funzionare alla perfezione. C'è tanta varietà in queste undici tracce, ma ora ci aspettiamo il colpo di classe. Sono sicuro che Nilsson e soci possano regalarcelo in futuro.
Enzo Curelli e Jacopo Meille, voto 7 da Classic Rock # 36 (Novembre 2015)




RECENSIONE: GRAVEYARD-Hisingen Blues (2011)
RECENSIONE: GRAVEYARD-Lights Out (2012)