giovedì 17 settembre 2015

RECENSIONE: JACKIE GREENE (Back To Birth)


JACKIE GREENE  Back To Birth (yep ROC Records, 2015)




Qualcuno di voi lo ricorderà alla chitarra dei BLACK CROWES nell’ultimo (?) tour della band dei fratelli Robinson. All’Alcatraz di Milano nel 2013 ebbe il difficile compito di rimpiazzare Luther Dickinson e ci riuscì egregiamente. Oppure avrete letto il suo nome tra i componenti dei Trigger Hippy, band formata da Steve Gorman, batterista dei Black Crowes, e dalla cantautrice giramondo Joan Osborne. In verità il californiano Jackie Greene è un cantautore e polistrumentista con cinque album solisti alle spalle, votati al folk, che ottennero anche buoni riscontri di critica all’uscita. Dopo cinque anni di assenza ritorna con quello che si può definire il classico album della maturità. Il  bagaglio delle esperienze si è arricchito negli ultimi anni, permettendogli di esplorare diverse strade contemporaneamente, con risultati sempre sopra la media: dal carezzevole vento  west coast ’70, seguendo la stella di Jackson Browne (A Face Among The Crowd) a episodi ancora più leggeri (Now I Can See For Miles), dagli umori sudisti, ora soul (Trust Somebody, Where The Downhearted Go) ora gospel/blues nella pianistica a due atti  ‘Hallelujah’ , caracollanti passeggiate nel country  (Motorhome), fino alla più tirata e rock The King Is Dead. Un disco essenzialmente di ballate, dalla scrittura limpida e cristallina (a volte fin troppo pulito), ben prodotto dal Los Lobos, Steve Berlin. Un quieto e onesto traghettatore verso l’arrivo dell’autunno…



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2 commenti:

  1. bella recensione...una precisazione: nei Trigger Hippy la seconda voce è di Joan Osborne, cantante donna passata agli annali per "One of us". Ciao!

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