mercoledì 4 luglio 2012

RECENSIONE: GLEN HANSARD (Rhythm and Repose)

GLEN HANSARD  Rhythm and Repose (ANTI records, 2012)

In principio, a tredici anni, c'era la musica di strada per le vie di Dublino (l'attività di busker continua ancora adesso che è famoso come forma di divertimento e autoanalisi), poi ci fu The Commitments, celebre film di Alan Parker, affresco illuminato di una Dublino dove i giovani cercavano nella musica il sollievo che la società non riusciva dare loro. Tra i tanti musicisti e attori non professionisti che contribuirono a rendere The Commitments un film di culto, molti si sono persi, ma tanti altri, proprio da quel 1991, hanno iniziato una nuova carriera. Tra questi ci fu il rosso Glen Hansard che nella pellicola interpretava il simpatico Outspan Foster, chitarrista della band soul protagonista del film di Parker.
Hansard che non ama parlare troppo di quel film, da allora ha continuato una carriera in crescendo: ha inciso sette dischi con il suo primo e principale gruppo rock The Frames e tre con il duo The Swell Season, insieme a Markèta Irglovà (che diventerà sua compagna) arrivando a vincere con questi ultimi nel 2008 un oscar per la miglior colonna sonora con Falling Slowly, canzone contenuta nella soundtrack del film indipendente-recentemente diventato un musical- Once che ha avuto un gran successo in America e che lo vede impegnato anche come attore protagonista insieme alla Irglovà. Poi, ancora tante soddisfazioni: come aprire i concerti  australiani di Bob Dylan-uno dei suoi idoli musicali di sempre insieme a Van Morrison-; le recenti collaborazioni con Eddie Vedder per Ukulele Songs-voce in Slepless Nights; aver conosciuto un giovanissimo Jeff Buckley che faceva il roadie per i suoi Frames.
Ora arriva il suo primo lavoro solista scritto nell'ultimo anno e mezzo a New York, città dove si è rifugiato per trovare ispirazione dopo la lontananza dalla compagna Markèta. Quello che ne è uscito è un disco dalle tinte acustiche, spoglio e solitario dove il carattere romantico dei testi è forza ma anche principale difetto se bisogna forzatamente indicarne uno. Un disco che prende le distanze dal rock dei Frames, continuando invece il lavoro fatto con i Swell Season, con una sapiente attività di sottrazione ad esaltare il carattere intimistico delle canzoni: chitarra acustica e pianoforte formano l'intelaiatura di canzoni appese al phatos come You will become, PhilanderThe Storm it's coming con i suoi archi in evidenza suonati da Nico Muhly e Rob Moose; il crescendo di  High Hope e Bird of Sorrow con la  forte vocalità dall'anima nera in primo piano (ricordate: "Gli Irlandesi sono i più negri d'Europa, i Dublinesi sono i più negri di Irlanda e noi di periferia siamo i più negri di Dublino..."); Maybe Not tonight tra west coast e il soul tutto irlandese dell'amato Van Morrison che prevale anche nel soul orchestrale di Love don't leave me waiting; la delicatezza di What are we gonna do (con la presenza della Irglovà alla voce), e Races guidata dal banjo, vero punto centrale e tematico del lavoro; il folk finale di Song of Good Hope.  
Qualche guizzo diverso ce lo regala Talking with the Wolves sapientemente costruita su un tappeto elettronico mai invasivo-nonostante la presenza di chitarre elettriche- ma perfettamente inserito sulle trame leggere dell'intero disco. 
Prodotto da Thomas Bartlett e suonato con la partecipazione di  illustri gregari della musica americana: Brad Albetta al basso, Ray Rizzo alla batteria, da David Mansfield alla slide guitar, visto nel lontano 1975 nella Rolling Thunder Revue di Bob Dylan e session man per tantissimi altri artisti a Javier Mas chitarrista presente nella band live di Leonard Cohen fino a numerosi componenti della sezione fiati che Bruce Springsteen sta portando in giro per il mondo nel suo ultimo tour.
Rhytm and Repose è un disco d'altri tempi, dove l'uniformità romantica dei toni bassi prevale, finendo per scoperchiare e colare come glassa abbondante in un barattolo troppo piccolo e pieno. I golosi non si lamenteranno e ripuliranno il tutto. Ai diabetici, malati di chitarre, rimando ai suoi dischi con i Frames. Questo è un disco intenso, fortemente influenzato dalla solitaria situazione di un uomo messo di fronte alla realtà dei sentimenti. Hansard si espone denudandosi con esplicita sincerità ed intimità. Glen Hansard presenterà il nuovo album il 18 Luglio 2012 al Botanique Festival di Bologna, durante la sua unica data italiana.













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