domenica 13 maggio 2012

RECENSIONE/REPORT live: RATS live@Rock'N'Roll Arena, Romagnano Sesia (NO) 12 Maggio 2012

Lo spirito vero del Rock'n'Roll è anche quello che non ti fa fermare di fronte a nessun ostacolo ed impedimento. Quando hai programmato delle date live e ti ritrovi all'ultimo momento senza i principali protagonisti, si ha due opportunità: abbandonare e cancellare tutto, oppure mettere ugualmente in piedi un buon spettacolo, con onestà, sacrificio ed esperienza. I Rats che di cammini tortuosi, lungo i loro trent'anni di carriera, se ne intendono, stasera hanno dimostrato ancora una volta di saper fronteggiare le difficoltà in modo professionale ed autentico, costruendo uno spettacolo che ha messo al bando l'effetto nostalgia, sempre in agguato dopo una pausa di diciasette anni, ma soprattutto riuscendo a sostituire gli assenti in modo dignitoso ed indolore agli occhi (e orecchie) di chi stasera si è presentato al Rock'N'Roll Arena di Romagnano Sesia (NO).
Privi di due pezzi storici come il batterista Lor Lunati (per un contrattempo dell'ultima ora, non ben specificato) e il bassista Romi Ferretti, da anni domiciliato, per lavoro, a Miami (USA) e presente alla reunion quando può, la band di Wilko Zanni (unico membro originale e fondatore della band nel lontano 1979) e di Jonathan Gasparini, chitarrista e produttore ormai integrato nella band, ha affrontato il pubblico di Romagnano senza remore e timori  per presentare il fresco ep della loro rinascita, Metafisico Equivoco (Bagana records, 2012) uscito da pochissimo e che sancisce il loro ritorno definitivo dopo la tanto attesa reunion live del 2008. Ad aprire due  gruppi, i giovanissimi Encounter e i Sunset, che mi sono perso ed il nuovo progetto di Filippo Dallinferno, già chitarra dei The Fire e del progetto Rezophonic di cui a Settembre uscirà il debutto. Nel frattempo  testano i palchi live, attirando curiosità verso il disco di prossima uscita, lanciato dalla cover Caruso di Dalla e da una proposta musicale solida e compatta. Ne sentiremo parlare.
I Rats, band che dopo un inizio di carriera nel post-punk/New Wave (il loro primo lavoro C'est Disco(1981), rimane merce di culto ed introvabile, non chè un piccolo spaccato della fervida scena dark/rock italiana dei primissimi anni ottanta) trovarono la formula e la line-up vincente negli anni novanta, complici due album Indiani Padani(1992) e Belli e Dannati(1994) e alcuni singoli azzeccati (Fuori Tempo scritta da Ligabue e Chiara su tutte) che trainati dal grande movimento rock in lingua madre che scosse lo stivale in quegli anni- loro stessi furono degli apripista- ( Ritmo Tribale, Clan Destino, Graziano Romani, Timoria, Santo Niente, Movida, Karma, Negrita, i primissimi dischi di Ligabue, la nuova strada rock dei Litfiba, intrapresa da Pirata in avanti) diedero loro molta visibilità, anche all'estero, fino ad arrivare nel 1995, con La Vertigine del Mondo, album che cercò di incanalare il loro rock verso nuove strade, più mature e meno immediate ma che non venne recepito nel modo giusto dall'etichetta discografica e dal pubblico. Amarezza che portò ad uno split ma ad una amicizia che il tempo non ha scalfito, nonostante distanze e strade di vita diverse. 
Oggi, sono nuovamente qua, in forzata formazione rimaneggiata, con il bravo Lele Borghi, batterista che in due giorni si è imparato i pezzi, sostituendo più che degnamente Lor e l'essenziale contributo del giovanissimo e preparatissimo Pier Bernardi al basso.
Con un (poco) pubblico "diesel" inizialmente timoroso e silenzioso che ha consentito a Wilko di fare qualche battuta ironica e tanti inviti  ad essere più rumorosi e attivi. Inviti che saranno accolti durante la serata con il vecchio slogan-sempre attuale- "Meno orge e più barricate" estrapolato da Belli e Dannati che diviene il tormentone di sempre tra i fans della prima ora.
I Rats hanno dimostrato quanto il palco sia ancora la loro dimensione ideale: le chitarre di Gasparini e Wilko (pregevole anche la sua prova vocale) sono sempre protagoniste e la successione dei brani dimostra quanto la semplicità paga, nel costruire brani potenzialmente esplosivi ed immediati che le produzioni su disco hanno sempre smorzato. Tra alcuni brani essenziali e rock del loro ultimo lavoro: Metafisico equivoco, (Stai con me) fino alla fine,  la scaletta ha giustamente privilegiato le canzoni di "Indiani Padani"-un disco pop-rock, orecchiabile e quasi perfetto uscito al momento giusto- (Wally, Bella bambina, Dammi l'anima), il rock'n'roll dei nativi romagnoli della title track, le immancabili hits '90 di Fuoritempo e Chiara, canzoni che riportano il tempo indietro di vent'anni e che, all'epoca, diedero l'illusione del grande successo commerciale. E poi, tra qualche battutta sul più conosciuto abitante di Correggio, ancora musica con  Belli e Dannati, Dammi la mano, Io non ci sto, fino ad arrivare alla chiusura dell'anfetaminica e veloce Autogrill , manifesto di vita on the road con il chorus "...chissà se tu ce l'hai l'dea di cosa sia suonare rock n roll...", che non poteva suggellare in maniera migliore una serata di musica. Nessuna grande pretesa: semplicità, divertimento, rock'n'roll, tanto cuore e canzoni che per qualcuno hanno rappresentato molto e accompagnato, negli anni novanta, verso l'età adulta.

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