venerdì 3 febbraio 2012

RECENSIONE: THERAPY? ( A Brief Crack Of Light)

THERAPY? A Brief Crack Of Light ( Blast Records, 2012)


Nell'immenso marasma del rock più alternativo degli anni novanta, i nord irlandesi Therapy? sono spesso ricordati per i loro due album Troublegum(1994) e Infernal Love(1995). Poi, nonostante una carriera lunga venti anni (questo è il tredicesimo album), di loro nessuno ha più parlato, lasciando le sorti del gruppo in mano ai devoti (e fortunati) fan. Eppure, se dovessi premiare un gruppo per l'onestà e la sincerità della proposta musicale, non avrei dubbi nel scegliere la band di Andy Cairns.
La popolarità (anche commerciale: canzoni come Screamager , Nowhere e Stories lasciarono il segno) di metà anni novanta è scemata velocemente, ma non ha minimamente influito sulla musica. I dischi hanno continuato ad uscire regolarmente, mostrando una libertà di movimento che ha sfiorato tutte le sfumature del rock: dai dischi pù melodici e rock'n'roll(Shameless-2001, High Anxiety-2003) a dischi più sperimentali ed ostici (Suicide pact-you first-1999, Never Apologise never expain-2004 e Crooked Timber-2009), il tutto senza farsi influenzare da mode musicali passeggere, ma seguendo un proprio percorso artistico, lontano da qualsiasi catalogazione o etichetta.
Con la collaudata formazione a tre: Andy Cairns, voce e chitarra , il fedele bassista Michael McKeegan, da sempre insieme al timone della band e il batterista Neil Cooper, i Therapy?, anche con A Brief Crack Of Light danno lezioni su come chitarre pesanti, intelligenza compositiva, testi mai banali e melodia possano viaggiare insieme in perfetto equilibrio, facendosi contaminare da tante altre idee. Registrato a Newcastle e prodotto dallo stesso Cairns insieme ad Adam Sinclair, l'album si presenta come uno dei più estremi e sperimentali registrati in carriera, andando a recuperare, anche, alcuni suoni presenti nella primissima parte di carriera, risultando molto 90's nei suoni ma presentando alcune novità mai sentite prima nei loro dischi.
Il singolo, posto in apertura, Living in the Shadow Of The Terrible Thing, con i suoi pesanti e diretti riff heavy è sicuramente fuorviante rispetto a quanto il resto dell'album ci mostrerà. Una canzone 100% Therapy che svolge degnamente il compito.
Se Plague Bell e Ghost Trio sono due grevi post-core song, che mi hanno ricordato, in alcuni punti, i migliori Helmet di Page Hamilton, Stark Raving Sane è puro Therapy? sound con finale noise.
Le sorprese arrivano con la strumentale Marlow, quasi ballabile nel suo incedere e curiosa nei chorus femminili; nel vortice noise guidato dal basso della bella The Buzzing con le spoken words urlate di Cairns; nell'industrial ipnotico con inserti simil dub di Get Your Dead Hand Off My Shoulder e nella lenta e cupa discesa della finale Ecclesiastes, elettronica con tanto di vocoder.
Il punto massimo del disco si tocca in Why Turbulence, dopo la sfuriata quasi thrash iniziale si trasforma in un lento e cadenzato pachiderma stoner/doom; il punto minimo, nelle chitarre alt della poco incisiva e scialba Before You, With You, After You.
Per chi ha continuato a seguire i Therapy? in tutti questi anni ,una nuova riconferma, da parte di un gruppo sempre e comunque sorprendente, poco convenzionale ma coerente che, a ventitrè anni dalla nascita, continua a stupire, consapevole di non avere più mire commerciali. Dischi che escono diversamente l'uno dall'altro e che indicano quanto la loro fame di musica sia ancora tanta, anche se, oramai, diretta a pochi. Sottovalutati?
Per chi ancora non li conoscesse, è meglio fare un salto nel 1994 e procurarsi Troublegum, uno dei dischi fondamentali degli anni novanta.

vedi anche RECENSIONE/LiveReport: THERAPY? live-Rock'n'Roll Arena, Romagnano Sesia (NO),9 Novembre 2012

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