giovedì 25 agosto 2011

RECENSIONE: STATUS QUO (Quid Pro Quo)

STATUS QUO Quid Pro Quo ( e-a-r Music, 2011)


Strana epopea quella degli Status Quo. Derisi, mal recensiti e poco considerati dalla stampa rock e dai critici, possono vantare una infinità di dischi venduti e primi posti in classifica in Inghilterra, negli anni settanta e ottanta,da far invidia alle più blasonate rockstar mondiali. Eppure, il loro nome al di fuori dei confini patrii è conosciuto per un unico brano, quella Whatever you want che con gli anni è diventato un tormentone da spot pubblicitario, conosciuto da tutti; quei tutti ignari, però, di chi fosse il gruppo ad interpretarla; tanto da relegare gli Status Quo ad un non edificante stato di meteora passeggera. La cosa straordinaria è che il grande successo in patria è stato costruito con il potere della sola musica: rock'n'roll boogie semplice e melodico, spesso ripetitivo nella forma, a volte robusto e tendente all'hard/blues, senza disdegnare punte heavy. Un gruppo che ha fatto della coerenza il suo punto di forza, senza vendersi (anche in anni dove il look contava e attirava) e mai cedendo agli eccessi, lasciando, casomai, che la musica, soprattutto in sede live, vincesse sull'aspetto visivo. In tempi in cui anche grandi nomi del rock cedevano alle mode del momento, negli anni settanta così come negli anni ottanta, loro rimasero fedeli al rock'n'roll e alla loro immagine tutta jeans e t-shirt.
Quando la critica li snobbava, sottolineando la semplicità delle loro composizioni, costruite su pochi accordi(e ancora oggi è così), rispetto al grandiosità imperante del prog rock negli anni settanta, loro hanno sempre risposto con il sudore e la simpatia, facendo del rock'n'roll una filosofia di vita che ancora oggi a quasi cinquant'anni dalla loro nascita (nacquero nel lontano 1962!), resiste e a conti fatti, fa la differenza.

Gli Status Quo sono ancora in pista, in barba a chi ha sempre creduto fossero un gruppo meteora, incuranti di tutto. Nel 2011 escono con il loro ventinovesimo album e un suono che incredibilmente li riporta indietro agli anni d'oro, dopo alcune prove sotto tono.
Attraversati indenni gli anni novanta e zero, si presentano con la coppia Francis Rossi/Rick Parfitt in grande forma.Completano la formazione l'altro veterano Andy Bown alle tastiere,John "Rhino" Edwards al basso e Matt Letley alla batteria. I loro duelli chitarristici, in questo album, tornano ad essere gli stessi che animavano dischi come Piledriver, Hello!, Blue for you, Rockin' all over the world, certamente meno grezzi ma sempre riconoscibili.
Anche se sembra di ascoltare la stessa canzone ripetutta per l'ennesima volta(Ac/Dc, Motorhead...fanno buona compagnia), il disco fila via piacevole e con una ritrovata verve, tra momenti più duri come l'opener Two Way Traffic, Movin'On, la Heavy e quasi epica Frozen Hero,
Hard/rock boogie trascinanti come Rock'n'roll'n'You, Let's rock, con i suoi fiati non così lontani da quanto proposto da gruppi southern rock come i Molly Hatchet, rock'n'roll semplici semplici come Any Way You Like it, trascinanti blues Reality Cheque.
Un suono con un trade mark riconoscibile, una longevità artistica con pochi eguali ed infuocati set live sono il loro biglietto da visita nel'anno 2011, così come lo era negli anni settanta.
Come bonus, il rifacimento di In The Army Now (cover dei Bolland & Bolland), successo già proposto nell'omonimo disco del 1986 ed ora reincisa per beneficienza ed un altro cd "Official Live Bootleg", dieci canzoni( tra cui le immancabili Whatever You Want e Rockin' all Over The World) live registrate ad Amsterdam e Melbourne durante il Tour 2010.





4 commenti:

  1. Bella recensione!
    Long Live Status Quo, unico e vero gruppo rock.
    Sul palco la stessa tremenda energia di 50 anni fa.
    Quando il rock diventa "stile di vita".....
    Status Quo. Forever!!!

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  2. Questa band è unica.
    Fantastici, suonano da una vita, si divertono e ..speriamo non smettano mai.

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  3. Grandissimi!!!!
    Rock allo stato puro

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